Fortino di Sant’Andrea. Tale fortino ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il confine con lo Stato pontificio. Inoltre, è situato più in alto rispetto alla via Appia, l’unica via d’accesso e di comunicazione con il sud. Analizzando il territorio, è possibile notare come i Monti Aurunci e le sue gole siano molto difficili da attraversare e da superare. A questo proposito è facile intuire che queste gole potevano facilmente essere chiuse da fortificazioni, costruite a partire dal Medioevo e riconoscibili in tutto il territorio: il fortino di Sant’Andrea è proprio uno di questi esempi. Il fortino è stato costruito su una precedente costruzione, quasi certamente il Tempio del dio romano Apollo. Sono tutt’ora visibili i terrazzamenti dell’edificio preesistente. Questo particolare tratto della via Appia è stato protagonista di numerose battaglie per il controllo del Regno di Napoli, già a partire dal ‘500. Qui si sono scontrati eserciti nostrani (napoletani e pontifici) e eserciti stranieri (francesi, spagnoli, austriaci e tedeschi). Oltre alla presenza di eserciti regolari, il passo ha visto anche la comparsa di famosi briganti, come ad esempio il bandito Sciarra, che dotato di un proprio esercito, sbarrò a lungo la Via Appia. A questo proposito, una leggenda lega la figura del brigante Sciarra a quella di Torquato Tasso: il brigante infatti, saputo della presenza del famoso poeta a Formia, lo avrebbe fatto passare con ogni onore. Sicuramente il fortino di Sant’Andrea è passato alla storia per il famoso scontro tra le truppe francesi di Napoleone Bonaparte e quelle di Frà Diavolo nel 1798: bandito molto conosciuto all’epoca, divenuto poi ufficiale dell’esercito borbonico, difese con un manipolo di pochi uomini il passo di Sant’Andrea. Riuscì ad impedire il passaggio e le comunicazioni con il sud Italia, rallentando di molto l’invasione napoleonica. Sarà poi Gioacchino Murat, divenuto re di Napoli, a costruire il fortino così come lo conosciamo oggi. Il fortino servirà a bloccare il passaggio nel 1814 degli austriaci. L’ultima battaglia combattuta qui sarà quella del 1860, in appoggio a Gaeta, dove si era rifugiato re Francesco II di Borbone. Con la costruzione del forte vennero spianati i resti antichi del tempio di Apollo, soprattutto per la necessità di posizionare i cannoni. Oltre alla presenza dei cannoni, abbiamo anche un fossato artificiale, atto a difendere i bastioni.