La costruzione della Chiesa del Carmine iniziò intorno all'anno 1781 ad opera del normese Arcangelo Cappelletti, il quale fabbricò una piccola cappella a capo del "Borgo" di Norma, nell'attuale Piazza Roma.
Nel 1816 lo stesso Cappelletti la ingrandì e per testamento la dotò dei suoi beni. Successivamente, il 9 marzo 1863, morì il Signor Luigi Tuschi, cancelliere foraneo di Norma, il quale donò tutti i suoi beni alla suddetta chiesa e questo permise la ripresa dei lavori iniziati dal Cappelletti. La chiesa venne benedetta il 20 giugno 1880. Si cominciò a chiamarla fin da subito "Chiesa Nuova" e così si continua a chiamarla ancora oggi dai cittadini di Norma. Nel 1912 si iniziarono i lavori di ampliamento che terminarono solo nel 1926, anno in cui si potè benedire la nuova navata verso "Passeggiata San Giovanni". Nel medesimo tempo fu costruita anche l'altra navata, occupando parte del giardino contiguo e vennero sistemate le cappelle come oggi si vedono.
L'INTERNO
Entrando nella chiesa, nella navata di destra, troviamo l'unica cappella del Sacro Cuore di Gesù; essa fu decorata dal normese Ugo Bianconi. Nella navata di sinistra invece, troviamo le cappelle di S. Antonio abate, di Santa Teresa del Bambin Gesù e in fondo, dopo la porta del giardino, quella della Madonna Addolorata, con Cristo Morto sotto l'altare. La navata centrale è decorata con finti marmi ben riprodotti e di notevole bellezza è l'altare maggiore in marmo con colonne ben tornite; esso si trovava nella chiesa di S. Antonio in Cisterna e fu donato dal duca Don Michelangelo Caetani, dietro richiesta di mons. Annibale Felici. Il quadro dell'altare rappresenta la Beata Vergine del Carmine la quale assiste con la sua materna tenerezza i moribondi e libera le anime sante del Purgatorio. Il suo pregio è quello di attirare l'attenzione e di ispirare la devozione; nel bandire lo sguardo non disturba il rito che si celebra al di sotto sull'altare ma lo accompagna immergendo il fedele in una dolce contemplazione. Esso fu donato in eredità da Grazia Viani.
(Norma Ieri e Oggi di Don Fernando De Mei)