L'Antica Città di Norba sorge a poca distanza dalla moderna Norma. La sua visita è di particolare interesse per la monumentalità del poderoso circuito delle mura in opera poligonale e la suggestione delle bellezze naturalistiche. Le fonti antiche tramandano che Norba fu fondata all'inizio del V sec. a.C. per costituire una roccaforte nel territorio pontino: esigenza alla quale risponde in pieno il pianoro sul quale sorge la città, che si eleva a picco sulla pianura Pontina, che domina dall’alto.
L'ingresso per la visita di Norba avviene attraverso una delle principali porte della città antica: Porta Maggiore. La porta si apre nel tratto più spettacolare delle mura, qui conservate in tutta la loro imponente altezza (10-12 metri), costruite con blocchi di opera poligonale. La porta è compresa tra stipiti alti otto metri e si apre in una rientranza delle mura, difesa sul lato destro da un poderoso bastione con fronte semicircolare. La copertura della porta era probabilmente realizzata con travi di legno.
Una posterula, che conduceva all'acropoli minore, affiancava le difese della porta principale.
La collina a meridione di Porta Maggiore è chiamata Acropoli Minore. E' delimitata dalle mura urbane e da propri terrazzamenti di recinzione, in opera poligonale.
Sulla sommità sorgevano due templi, di cui non conosciamo a quale divinità fossero dedicati.
Tempio Maggiore: di esso si conserva solo il basamento, costruito con blocchi di opera poligonale.
E' a pianta rettangolare di m 22,80 x 12,90, scandito in due parti (pronao e cella) da un muro al suo interno. Si trattava di un tempio probabilmente con due colonne sulla fronte, inquadrate tra la prosecuzione dei muri laterali della cella (ante).
Sul lato orientale del tempio si conserva una cisterna sotterranea, alimentata con l'acqua piovana raccolta dalle falde del tetto del tempio.
Tempio Minore: ne resta il basamento, in opera poligonale. A pianta rettangolare, misura m 16,50 x 8,16. Conserva sulla fronte del podio gradini in pietra.
In età medioevale il tempio fu trasformato in chiesa: al suo interno fu gettato un nuovo pavimento in pietra calcarea, dove vi vennero disposte numerose tombe, rinvenute anche all'esterno.
Attraverso una scenografica gradinata si scende dall'acropoli minore all'area urbana, direttamente sull'asse viario principale della città, che la attraversava da parte a parte, fino ad uscire da Porta Serrone di Bove.
Percorso un breve tratto della strada, lastricata con grandi basoli di pietra calcarea, si può volgere a sinistra per raggiungere Porta Ninfina.
La porta è difesa da uno spunzone avanzato delle rupi ed è larga ben 7,70 m. Dalla porta usciva una strada, di cui si conservano in parte i terrazzamenti, che scendeva alla pianura Pontina.
Ritornati sul principale asse viario, proseguendo sulla sua direzione, si costeggiano, sul lato sinistro una serie di isolati, in cui si disponevano le abitazioni.
Al centro della città vi sono i resti di un grandioso complesso termale, databile tra la fine del II sec a.C. e i primi anni del I sec. a.C., in cui è impiegata l'opera cementizia con paramento in opera incerta.
Un grande bacino ovale è a monte del complesso termale e costituiva la riserva idrica funzionale al complesso. Sulla fronte stradale si addossavan o alla vasca più vani: si riconosce parte di un ambiente a pianta quadrangolare (frigidarium), coperto con volta a tutto sesto ed un vano a pianta circolare (laconicum), interrato fin quasi sotto l'imposta di volta.
A monte delle terme una serie di terrazzi accolgono una vasta area rettangolare di circa 125 x 63 m, che domina tutta l'area urbana.
Ripercorrendo il grande asse viario verso sinistra, ci si recherà al complesso del santuario di Giunone. Esso sorge sul ciglio della balza che sovrasta le mura di Norba a sud-ovest. Il complesso, riportato alla luce negli scavi di inizio '900, consta di un tempio, un piazzale porticato ed altre strutture minori. Grazie alla scoperta di due iscrizioni latine su lamina di bronzo possiamo attribuire il santuario a Giunone, qui venerata con l'epiteto di "Lucina", il cui culto si lega alla fecondità femminile ed alla nascita. Il Tempio: se ne conserva solo il basamento, in opera poligonale a grandi blocchi. La pianta è rettangolare, di m 20,55 x 9,98, con due colonne sulla fronte comprese tra le ante sporgenti. Un muro interno divide il pronao dalla cella. Il tempio fu eretto tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., ma doni votivi più antichi, come una lastra con testa di Gorgone, indicano l'esistenza di un più antico luogo di culto, riferibile al V sec. a.C.