Uno dei monumenti più noti dei Lepini si affaccia su un meraviglioso panorama. Il tempio di Ercole a Cori, costruito tra l’89 e l’80 avanti Cristo, poggia sulle mura poligonali erette dai Volsci. La recente scoperta di molti ex voto nella stirpe votiva fa presumere che in realtà esso fosse dedicato ad una divinità protettrice della salute. L’attribuzione ad Ercole non è certa.
Il Tempio è tetrastilo e presenta due colonne per lato oltre alle quattro sulla facciata. Le colonne doriche in travertino, alte sette metri, sono arrivate quasi intatte fino a noi.
Presentano un diametro che va da 0,71 metri all’imoscapo a 0,61 metri al sommoscapo, e poggiano su base, terminando con echino ed abaco molto ridotti. Sulle colonne poggiano un architrave e un fregio dorico con triglifi e metope. La facciata è coronata da un frontone triangolare con cornici aggettanti. Il pronao ha pianta quasi quadrata (m 7,96X6,92).
Si presuppone un’ampia scalinata d’accesso, data la presenza di un alto podio in opera cementizia, purtroppo andata perduta. Il colonnato è quello del pronao, affiancato dal muro della cella. Un’iscrizione ricorda i magistrati Marco Maglio e Lucio Turpilio.
Al tempo della costruzione, durante la dittatura di Silla, il tempio era decorato da stucchi colorati, e poggiava su un basamento rivestito in calcare. Il Tempio è localizzato nella omonima piazza. La posizione “fuori centro” del tempio rispetto al terrazzamento su cui sorge è il segno della probabile presenza di un’altra costruzione oggi distrutta, forse un tempio più antico. Il vicino campanile è quello della Chiesa di San Pietro, distrutta dalle bombe del 1944. Tra i tanti artisti che hanno visitato il tempio spicca Giovanni Battista Piranesi, che gli ha dedicato varie incisioni. Forse anche Raffaello è venuto a misurarlo e disegnarlo, dopo essere diventato architetto della Fabbrica di San Pietro. Il tempio dei Dioscuri, nei pressi del Foro, è stato costruito tra il IV e il III secolo avanti Cristo. Sulle sue rovine è sorta la chiesa del San Salvatore, mentre tre colonne sono oggi inserite in un edificio moderno. I templi di Diana e della Dea Fortuna sono stati inglobati nella chiesa di Santa Maria della Pietà. Altri erano dedicati a Minerva, Apollo, Giano, Esculapio e Cerere. Uno (non sappiamo a chi fosse dedicato) è diventato la chiesa di Sant’Oliva.