L'Abbazia di San Magno ha una storia che affonda le sue radici lontano.
Infatti, secondo il racconto di san Gregorio Magno, il monastero fu edificato per volere di Sant'Onorato nel 522 per onorare il martirio di San Magno. Del complesso monastico sono state rinvenute: la chiesa di epoca medievale, a croce latina e dotata di cripta, che conserva ancora pregevoli affreschi; la chiesa rinascimentale riaperta al culto e intitolata a San Benedetto; alcune strutture pertinenti forse alle ultime fasi di vita del complesso, in particolare il mulino, la foresteria e delle vasche di lavorazione dell'olio. Il corpo di San Magno giacque nella cripta della chiesa fino all'847, successivamente fu spostato ad Anagni. Il monastero, fino al 1072, fu autonomo e gestito dai monaci ordinari. In seguito il console Gerardo di Fondi donò il monastero all'abbazia di Montecassino. Nel 1492 Alessandro VI passò con una bolla pontificia il monastero alla congregazione Olivetana. Nel corso dei secoli il monastero, data l'importanza dello stesso stabile, conobbe alterne fortune contabili e spogliazioni di vandali. In ultimo il monastero conobbe l'oblio (in seguito fu usato anche, addirittura, come stalla per pecore), ma molti ambienti perdurarono a mostrare splendori rinascimentali. Oggi il monastero è tornato a risplendere dopo il restauro/ricostruzione ed è affidato all'arcidiocesi di Gaeta.