Itri, posta a 170 m s.l.m., sorge in una caratteristica vallata tra le falde occidentali dei monti Aurunci (passo di San Donato), a circa 8 km dalla linea di costa. Si trova lungo il percorso della via Appia, tra Fondi (con la quale confina a ovest) e Formia. Il sito ebbe una frequentazione in epoca preistorica: sono stati rinvenuti resti di epoca neolitica (strumenti in pietra e in ossidiana) e dell'età del bronzo (Valle Oliva, II millennio a.C.). Fece parte del territorio degli Aurunci, conquistato quindi dai Romani, che vi realizzarono la via Appia nel 312 a.C. Il sito acquistò importanza come luogo strategico, tuttavia non si formò un nucleo abitato molto consistente, anche se è probabile la presenza di un piccolo centro, se non altro come stazione di posta. Secondo una leggenda il nome della città deriverebbe dalla figura mitologica dell'Idra di Lerna. Itri fece parte del ducato di Gaeta e passò quindi sotto i Dell'Aquila, signori di Fondi e quindi ai Caetani. Appartenne sempre alla diocesi di Gaeta. Vi nacque nel 1771 fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e successivamente colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV che contrastava l'occupazione dei Francesi che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806. Dal XIII secolo e fino al 1861 fece parte del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie) nell'ambito dell'antica provincia di Terra di Lavoro, della quale continuò a fare parte anche dopo l'unità d'Italia, fino al 1927. Nel 1934, Itri fu inclusa nel territorio della neocostituita provincia di Latina. Durante la seconda guerra mondiale, nel maggio del 1944, i bombardamenti distrussero il paese e i suoi monumenti al 75%. Luoghi di interesse: Convento di San Francesco; Monastero di San Martino; San Michele Arcangelo; S. Maria Maggiore già della SS. Annunziata; Il Castello; Museo di Frà Diavolo.