Terracina

Il tempio conserva la sua denominazione tradizionale di “Capitolium” dovuta alla conformazione a tre celle. Risultava sollevato dall’antico piano stradale attraverso un sistema costruttivo a gallerie, comunemente note come “Favisse”.

Il complesso Teatro-portico di età romana (I secolo a.C.) si estendeva su un’area di circa 60x70 metri, lungo il lato nord della via Appia, nell’odierno centro storico. Riscoperto a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, fu scavato a partire dagli anni ‘50. Sono oggi visibili gli ingressi, la scena e la cavea, quasi del tutto conservata: doveva ospitare circa 3000 spettatori ed essere decorato da affreschi e marmi pregiati provenienti da tutto il Mediterraneo.

La casa-torre deve la sua denominazione odierna alla piccola iscrizione presente sulla facciata che menziona il suo proprietario: Gregorius De Acso. La costruzione risale al XII-XIII secolo e, similmente al “Castello Frangipane” presenta una caratteristica pianta poligonale tendente al triangolare.

L’altura calcarea a picco sul mare detto Monte Sant’Angelo ospita ancora oggi i resti del c.d. Tempio di Giove Anxur: si tratta in realtà di un complesso più ampio, un santuario con diverse aree di culto e almeno due templi su terrazze monumentali ad arcate, edificate tra il II e il I secolo a.C. In età medievale parte del complesso fu riutilizzato e ristrutturato per l’installazione di un monastero.

La “nuova” Porta Romana fu costruita su progetto di Gaetano Rappini nel 1780, in occasione della prima visita di Pio VI ai lavori di bonifica, a sostituzione dell’antica Porta (Porta Maggio). Essa inglobò l’Arco di San Gregorio e la torre di età romana, cingendo da Nord-ovest il Borgo Cipollata, così riunito alla città.

La porta, che deve il suo nome all’uscita verso Napoli (sud), è sita a ridosso del Pisco, è una ricostruzione Settecentesca di un antico passaggio medievale annesso a una fortificazione, di cui rimangono resti moderni a circa 30 metri di altezza.

La piazza, che porta il nome della Santa cui erano dedicati un piccolo monastero e una chiesa oggi non più esistenti, fu realizzata mediante demolizioni e ricostruzioni tra il Settecento e l’Ottocento. Oggi vi si possono osservare una fontana in bronzo degli inizi del '900, alcuni reperti di età medievale murati nelle mura tardo-antiche, e la facciata principale del Palazzo della Bonificazione Pontina.

Il Museo Civico fondato nel 1894 dallo studioso locale Pio Capponi è oggi articolato in diverse sedi: Torre Frumentaria, Palazzo della Bonificazione Pontina e Favisse, e conserva al suo interno numerosi reperti, in particolare di epoca romana provenienti dalla città e dal suo territorio.

La piazza dell’antico foro romano, attraversato a nord dalla via Appia, deve la sua denominazione moderna all’iscrizione menzionante il personaggio che ne curò la pavimentazione in lastre di calcare nel I secolo a.C.: Aulo Emilio. Oggi su quest’area, che ha conservato l’originaria funzione di centro civile e religioso della città, affacciano edifici di ogni epoca: romana, medievale, rinascimentale, moderna e contemporanea.

Le c.d. Favisse sono ambienti a volta, originariamente appartenenti all'antico podio del Tempio romano (l’odierna Cattedrale). Tra il Medioevo e l'età Moderna, eliminate le originarie lastre marmoree di rivestimento, vi furono aperte delle botteghe; ospitano oggi i mosaici provenienti dalla vicina Domus dei SS. Quattro.