In località Villa San Vito era in antichità un borgo medievale, per alcuni di fondazione più arcaica (romano-imperiale), sviluppato ai piedi del Monte Arcano dov'è tuttora visibile una cascata costruita su un'antica sorgente, che prese nel passato il nome di "Cascata Paradiso" per via della folta vegetazione che arricchiva lo scenario naturale. I resti di antiche abitazioni medievali sono ancora visibili grazie, sostanzialmente, al repentino abbandono dell'area in seguito alla violenta distruzione voluta dalla contessa Isabella Colonna, divenuta contessa di Fondi. La distruzione mediante incendio fu ordinato a causa di un contenzioso sorto tra la stessa contessa e il proprietario del feudo, il vescovo Giacomo Pellegrino, che aveva sul piccolo Monte di San Vito una residenza e una chiesa votata al Santo, di cui restano poche tracce archeologiche. Le case individuate, ancora per buona parte obliterate dal terreno, sono di tipo monocellulare e di forma quadrangolare o rettangolare, con all'interno banchette e rivestimenti in stucco bianco. Da San Vito si sviluppa un fitto bosco, l'unico esistente in Italia peninsulare con alberi da sughero (guercus suber), secondo solamente a quello sardo della Gallura. Il bosco si estende su una superficie di ca. 300 ha, presentando un tipico sottobosco mediterraneo, in cui è particolarmente prolifera l'erica, oltre ad una fauna piuttosto ricca di specie.