Verso la valle, in zona del tutto disabitata, sulla costa della collina che guarda verso Ninfa, si scorgono i resti della chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, detta anche di “S. Angelo del Mirteto”. È una grotta carsica, trasformata in chiesa nel 1183. Da essa sarebbe nato l’impulso per la costruzione della vicina Badia di Santa Maria di Monte Mirteto, fondata da Gregorio IX.
Sulla roccia restano pochi relitti di affreschi, tra i quali quelli raffiguranti la Madonna in trono tra S. Michele Arcangelo e S. Lucia. La grotta si presenta come un ampio ambiente articolato in tre incavi di fondo. Quello centrale ospita l’altare, la parte più rilevante degli affreschi. Vi si conserva un altare primitivo costruito con materiale locale. Rimasto abbandonato per decenni, il monumento è stato assunto in custodia da volontari che si stanno adoperando per evitarne la scomparsa.
La breve ed intensa storia dell’intero complesso è nota grazie ad una serie di documenti conservati nell’archivio di Santa Scolastica a Subiaco, che indicano il 25 luglio del 1183 la data in cui papa Lucio III per mano di Pietro, vescovo di Segni, consacra la grotta in chiesa, dedicandola al culto di Sant’Angelo, retta ed amministrata dal clero della città di Ninfa. La fama e la venerazione fu tale che dopo appena 33 anni dalla consacrazione della grotta si procedette alla costruzione dell’annesso monastero di Santa Maria di Monte Mirteto grazie a Ugolino dei Conti di Anagni, vescovo di Velletri e futuro Gregorio IX. Cominciò per la badia una vera e propria fase di espansione ed il rilievo assunto nel corso degli anni fu tale che quasi le sorti dello stesso si imponevano all’attenzione di pontefici, imperatori e Re. Con la sede avignonese del papato, iniziarono però per la badia di Monte Mirteto, come per le altre nel territorio pontino, momenti di ristrettezze. Tuttavia per la badia ninfana continuò un periodo abbastanza florido e tranquillo, dovuto al dominio, non sempre costante, sul territorio della famiglia Caetani. Al progressivo declino della badia nel 1432 farà seguito la sua completa annessione al monastero di S. Scolastica a Subiaco.
Oggi l'Associazione Culturale Opera di Sant'Angelo a Monte Mirteto si prende cura dell'ex complesso abbaziale, in parecchie parti ridotto a rudere, mantenendolo pulito dalle erbacce ed evitando l'ulteriore degrado del bene. Il luogo è impervio ed essendoci possibili pericoli per i visitatori, è possibile visitare il luogo solo con la presenza dei responsabili dell'Associazione, che hanno le chiavi del cancello d'ingresso, telefonando prima al Presidente: Arch. Giuseppe Riva al numero 0773 353671.