L’area del santuario di Diana Nemorense, frequentata già a partire dalla media età del Bronzo (XV secolo a. C.), presenta durante l’VIII secolo a.C. un lucus, al cui centro sorgeva probabilmente un altare. Il luogo assunse in epoca arcaica una forte valenza politica, in quanto divenne il centro federale delle città latine riunite presso il Lucus Ferentinae o Bosco Ferentino, localizzato sul Monte Savello, ad Albano Laziale (RM).
Era meta ogni 13 di agosto, in base a quanto narra Ovidio nei Fasti 3, 259-275, di una processione di donne provenienti da tutta la Penisola, le quali in onore della dea arrivavano al santuario vestite di bianco, con corolle di fiori sulla testa e torce accese.
L’aspetto attuale del complesso è ascrivibile alla fine del II secolo a. C., ma sono documentati anche interventi successivi a tale data.
La sua frequentazione arriva verosimilmente al IV secolo d.C., anche se a partire dal II secolo d. C. ne inizia il declino: in seguito all’avvento del Cristianesimo viene abbandonato e spogliato delle sue decorazioni.