Giardino degli Aranci

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:26
L'area dove oggi esiste il giardino degli aranci risale al cinquecento. Quella era un'area chiamata "pomerio" e doveva essere inedificabile, perché usata dall'esercito per la difesa di porta sorda, una delle cinque porte di accesso al paese. L'area del pomerio era importante per Sermoneta: in caso di ritirata l'esercito aveva la via di fuga verso il passaggio, ancora esistente, verso Piazza Santa Maria. Con la trasformazione in giardino, avvenuta nel settecento, così come avvenuto per tutti gli orti di Sermoneta, si diffuse anche l'usanza di piantare gli alberi da frutta e, in un secondo tempo, gli agrumi nel contesto storico.

Museo Diocesando di Arte Sacra

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:07
Nato con l’intento di recuperare e rendere fruibili i dipinti e le suppellettili sacre che fanno parte del patrimonio comunale e diocesano. Sermoneta ha conosciuto, tra il XIV e il XVIII secolo, una certa prosperità, come ancora dimostra l’imponenza del celebre castello di proprietà dei Caetani dal 1297 – la potente famiglia romana cui apparteneva papa Bonifacio VIII – da loro poderosamente ampliato, insieme alla vicina rocca di Ninfa. Il Museo diocesano di Sermoneta è ospitato nell’Oratorio dei Battenti e nella ex cappella dei Re Magi (sec. XV) del complesso monumentale della chiesa collegiata di S. Maria Assunta di Sermoneta. Nelle sale espositive sono visibili dipinti di autori importanti (tra gli altri Girolamo Siciolante da Sermoneta, Francesco da Castello), un ciclo di affreschi di Domenico Fiorentini e suppellettile sacra dei secoli XV-XVIII (flagelli, calici, pissidi, piatti per elemosina, libri corali miniati, reliquiari, parati) che testimoniano la vita religiosa della Confraternita dei Battenti e più in generale della cittadina lepina. Nell’adiacente chiesa di S. Maria, di originario impianto cistercense, sono presenti dipinti e affreschi, altrettanto pregevoli, di artisti come Desiderio da Subiaco, Coleberti, Benozzo Bozzoli e della cerchia del Cavalier d’Arpino.

Loggia dei Mercanti

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:04
La Loggia dei Mercanti è un antico porticato gotico di Sermoneta nel Lazio. venne realizzata nel 1446 per ordine di Onorato Caetani per farne sede comunale, degli affari e delle assemblee popolari. Sotto le grandi arcate a tutto sesto che seguono il canone quattrocentesco si aprivano un tempo le porte delle stalle che ospitavano le bestie che andavano vendute o scambiate al mercato. Il portale d'accesso laterale, a sesto acuto, invece, segue ancora il canone gotico.

Museo della Storia della Ceramica

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:00
Il museo della ceramica di Sermoneta è un'esposizione di reperti archeologici e artistici raccolti in tre sale del palazzo De Marchis-Caetani del comune lepino a testimonianza dell'arte ceramica dalla preistoria al XIX secolo. museo è stato inaugurato il 22 marzo del 2004 nell'attuale sede di Palazzo De Marchis-Caetani, allestito grazie all'esposizione di reperti, prevalentemente oggetti di ceramica, provenienti da alcuni musei laziali e da donazioni di privati. Il percorso espositivo si articola all'interno di tre sale e ripercorre la storia della ceramica in Italia, dalla preistoria fino al XIX secolo con oggetti provenienti da località famose per la produzione di ceramica e terracotta quali Deruta, Faenza e Viterbo. Alcuni degli oggetti esposti sono frutto di donazioni private, altri sono stati resi disponibili dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio. Gli oggetti esposti, circa cinquecento, comprendono vasi, stoviglie, laterizi, oggetti votivi e statuette di terracotta. Un gran numero dei reperti in mostra proviene dagli scavi della necropoli di Caracupa, risalenti all'età del ferro, venuti alla luce durante le opere di consolidamento della cinta muraria di Sermoneta del 1999 e dagli scavi di Poggio Sommavilla, nella Valle del Tevere, nel comune di Collevecchio .

Abbazia di Valvisciolo

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:45
L’Abbazia di Valvisciolo è ubicata in una piccola valle per tradizione medievale detta “dell’usignolo” da cui la probabile origine del nome “valvisciolo“. Nella seconda metà del XII secolo assunse il nome di “Valvisciolo” in seguito all’abbandono, da parte di alcuni monaci cistercensi, dell’omonimo monastero presso Carpineto Romano, di cui oggi rimangono poche rovine. I cistercensi, che tuttora abitano l’abbazia, operarono al tempo sostanziali modifiche alla sua struttura originaria. Gli conferirono, infatti, l’aspetto attuale con l’interno della chiesa senza transetto e a tre navate, divise da larghi archi a sesto acuto e volte a crociera. Anche i Templari vi s’insediarono per un certo periodo, forse a cavallo tra XIII e XIV secolo. L’interno della chiesa è composto da tre navate suddivise da pilastri e colonne. Presenta pareti spoglie e senza affreschi secondo i canoni dei cistercensi. Sul fondo della navata sinistra, invece, si trova la cappella di San Lorenzo. Affrescata nel 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del cardinale Enrico Caetani e di Onorato IV. All’interno della cappella vi sono molti cenni auto celebrativi riferiti al titolo ducale che nel 1586 fu concesso proprio a Onorato IV. Infatti, al suo interno, possiamo osservare un gran numero di corone ducali sorrette da caratteristici puttini. Sopra il portone d’ingresso, inoltre, si può notare un grande rosone. Il chiostro, invece, posto alla destra dell’abbazia guardando la facciata presenta un giardino con siepi e fiori. Al centro del chiostro possiamo ammirare un pozzo per la raccolta dell’acqua.

Convento di San Francesco

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:40
Il complesso monastico, affiancato dal cimitero, nacque nel XII secolo come fortilizio dei Templari, i quali vi rimasero sino al 1312. Dopo la soppressione dell’ordine subentrarono i cosiddetti “Fraticelli Francescani”, eremiti che osservavano un’interpretazione ortodossa della dottrina del “Poverello d’Assisi”. Questi, com’è noto, trovarono rifugio anche a Bassiano, nella Grotta di Selvascura. Il convento di San Francesco è costituito da un grande chiostro quadrangolare coperto da volte a crociera. Le 28 campate con cui è strutturato il chiostro sono decorate da altrettante lunette affrescate da Scene della vita di San Francesco d’Assisi con tanto di didascalie per ciascuna rappresentazione. Un elegante pozzo al centro arricchisce maggiormente il chiostro. Pregevole è un grande affresco del Pomarancio presente nel refettorio del piano terra, in cui è raffigurata l’Ultima Cena, realizzato tra il 1576 e il 1586. La chiesa è costituita da una sola navata e con un soffitto con volta a crociera. Si possono ammirare anche le cappelle disposte sul lato destro, riccamente decorate con affreschi. Una di queste ospita il Sacrario dei caduti dell’Egeo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Chiesa di San Michele Arcangelo

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:37
Degna di nota è la piccola Chiesa di San Michele Arcangelo (o di Sant’Angelo), che sorge nel cuore medievale del paese, di fronte ad una splendida casa torre, oggi adibita ad albergo. L’edificio sacro, sorto sui resti di un antichissimo tempio dove era venerata dea Maia, e le cui origini risalgono al XI secolo (l’aspetto gotico è riconducibile alla seconda metà del XII secolo), possiede un piccolo portico molto malmesso ed è caratterizzato da una pianta asimmetrica. All’interno, a tre anguste navate e con soffitto a volte a crociera, si conservano un organo settecentesco, un battistero seicentesco ed un affresco che raffigura la Crocifissione. Nella sottostante cripta si ammirano affreschi del XV secolo

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:22
La Cattedrale di Santa Maria Assunta fu eretta in stile romanico prima del X secolo sulle rovine di un tempio romano dedicato alla dea Cibele. A pianta basilicale e in stile romanico-gotico, con chiari riferimenti cistercensi (che la ristrutturarono nel XII secolo), la chiesa si distingue per l’angusto portico gotico e per lo snello campanile romanico in pietra e mattoncini (“decapitato” nel Cinquecento da un fulmine). L’interno, a tre navate con volte a crociera, custodisce molte opere d’arte. Tra queste, di particolare interesse sono due acquasantiere, una medievale e l’altra rinascimentale e un coro ligneo settecentesco. Notevoli sono anche il crocifisso barocco dell’edicola dell’altare e quello medievale di una delle cappelle laterali. Troviamo, inoltre, diversi affreschi (notevoli quelli quattrocenteschi di Benozzo Gozzoli nella Cappella De Marchis), vi è poi il dipinto a destra sulla controfacciata, che raffigura i sette vizi capitali.

Castello Caetani

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:05
Il Castello di Sermoneta o Castello Caetani è uno dei manieri più importanti, maestosi e meglio conservati del Lazio e d’Italia. Le origini del Castello, posto nella parte più del borgo, risalgono al XIII secolo quando la Santa Sede affidò ai baroni Annibaldi le città di Sermoneta e Bassiano. Il grandioso edifico medievale si trova al centro nel paese e dista da Latina 16 km e da Roma 86,5 km (65 km dal GRA). Situato a 237 metri di altitudine il Castello Caetani si erge maestoso sul sottostante borgo di Sermoneta dominando così l’intera Pianura Pontina. Nelle giornate più limpide, oltre al Promontorio del Circeo è possibile notare, all’orizzonte, anche le Isole Ponziane. Grazie alla sua importanza storica e architettonica questo grandioso fortilizio medievale è stato inserito nella Rete delle Dimore Storiche della Regione.

Piazza Palatina

Da DPCServizi | Gio, 05/11/2023 - 12:02
Il nome tradizionale dell’area identifica oggi un antico slargo della antica Via Appia sostenuto da una massiccia opera poligonale, per probabili operazioni di manovra o stallo carri. Siamo a Terracina.In foto: Piazza Palatina Schizzo del Labruzzi nel 1789. Nel sito raffigurato nella tavola è il paesaggio stesso, attraversato dal basolato della via Appia, a rappresentare un “monumento”. Si tratta del punto più alto della via, a monte di Terracina, in cui questa aggira lo sperone del Monte Croce e dove è scavato nella roccia viva, quasi a picco sul mare, uno spiazzo semicircolare di circa 22 metri, in parte sostenuto da grossi blocchi di calcare, da cui si gode una splendida vista sulla costa. Della denominazione di richiamo medievale, Piazza dei Paladini, si ignora l’origine, ma il luogo coincide probabilmente con il Saltus ad Lautulas, più volte nominato dalle fonti. Questo era in origine l’unico passaggio fra la pianura di Terracina e quella di Fondi, cioè tra il Lazio e la Campania, divisi dalle due catene del Monte Croce e del Monte Giusto, propaggini meridionali dei Monti Ausoni. Lo spiazzo aveva lo scopo di far riposare uomini e animali dopo la lunga salita e a fornire anche un riparo dal sole e dalla pioggia nella grotta scavata nel dorso della montagna. Grazie ad una notevole opera ingegneristica, generalmente attribuita a Traiano, fu realizzato un grandioso taglio artificiale, per un’altezza di 36 metri, come indicato dalle incisioni praticate sulla parete, di quello sperone di roccia a strapiombo sul mare, chiamato Pesco Montano, che impediva il passaggio lungo il mare, costringendo alla difficile salita del Saltus ad Lautulas. Proprio per la sua posizione, durante la Repubblica il sito fu considerato un importantissimo punto strategico e le fonti ne parlano come luogo in cui si svolse lo scontro decisivo tra Romani e Sanniti nel 315 a.C., ancora prima della costruzione della Regina Viarum, e in seguito Annibale nel 217 a.C. trovò qui sbarrata la sua marcia verso Roma. Il percorso, in leggera pendenza, è delimitato sulla destra dallo sperone di roccia ricco di vegetazione e sulla sinistra da grossi blocchi squadrati di pietra. Ancora si può percorrere la strada con parte del basolato calcareo originale, godendo di un panorama spettacolare.